GIUBILEO_2025 CPP_Catechesi - Santo_Rozzampia_6_OTT21

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GIUBILEO_2025 CPP_Catechesi

StoriaParrocchie
“Ora è giunto il tempo di un nuovo Giubileo,
 
nel quale spalancare ancora la Porta Santa per offrire l’esperienza viva dell’amore di Dio” (Spes non confundit, 6). Nella bolla di indizione del Giubileo Ordinario del 2025, il Santo Padre, nel momento storico attuale in cui “immemore dei drammi del passato, l’umanità è sottoposta a una nuova e difficile prova che vede tante popolazioni oppresse dalla brutalità della violenza” (Spes non confundit, 8), chiama tutti i cristiani a farsi pellegrini di speranza. Questa è una virtù da riscoprire nei segni dei tempi, i quali, racchiudendo “l’anelito del cuore umano, bisognoso della presenza salvifica di Dio, chiedono di essere trasformati in segni di speranza” (Spes non confundit, 7), che dovrà essere attinta soprattutto nella grazia di Dio e nella pienezza della Sua misericordia.
 
… la misericordia di Dio “diventa indulgenza del Padre che, attraverso la Sposa di Cristo, raggiunge il peccatore perdonato e lo libera da ogni residuo della conseguenza del peccato” (Misericordiae vultus, 22). Analogamente oggi il Santo Padre dichiara che il dono dell’Indulgenza “permette di scoprire quanto sia illimitata la misericordia di Dio.
 
Tutti i fedeli veramente pentiti, escludendo qualsiasi affetto al peccato (cfr. Enchiridion Indulgentiarum, IV ed., norm. 20, § 1) e mossi da spirito di carità e che, nel corso dell’Anno Santo, purificati attraverso il sacramento della penitenza e ristorati dalla Santa Comunione, pregheranno secondo le intenzioni del Sommo Pontefice, dal tesoro della Chiesa potranno conseguire pienissima Indulgenza, remissione e perdono dei loro peccati, da potersi applicare alle anime del Purgatorio in forma di suffragio:
I.- Nei sacri pellegrinaggi verso qualsiasi luogo sacro giubilare
II.- Nelle pie visite ai luoghi sacri giubilari
III.-Nelle opere di misericordia e di penitenza… Allo stesso modo i fedeli potranno conseguire l’Indulgenza giubilare se si recheranno a rendere visita per un congruo tempo ai fratelli che si trovino in necessità o difficoltà (infermi, carcerati, anziani in solitudine, diversamente abili... ), quasi compiendo un pellegrinaggio verso Cristo presente in loro (cfr. Mt 25, 34-36) e ottemperando alle consuete condizioni spirituali, sacramentali e di preghiera.
 
Giubileo 2025 «la speranza non delude»
 
Di segni di speranza hanno bisogno anche coloro che in sé stessi la rappresentano: i giovani. Essi, purtroppo, vedono spesso crollare i loro sogni. Non possiamo deluderli: sul loro entusiasmo si fonda l’avvenire. È bello vederli sprigionare energie, ad esempio quando si rimboccano le maniche e si impegnano volontariamente nelle situazioni di calamità e di disagio sociale. Ma è triste vedere giovani privi di speranza; d’altronde, quando il futuro è incerto e impermeabile ai sogni, quando lo studio non offre sbocchi e la mancanza di un lavoro o di un’occupazione sufficientemente stabile rischiano di azzerare i desideri, è inevitabile che il presente sia vissuto nella malinconia e nella noia. Vicinanza ai giovani, gioia e speranza della Chiesa e del mondo!

Giubileo  Indetto dal Papa Francesco
SPES NON CONFUNDIT
Bolla di indizione del Giubileo Ordinario dell'Anno 2025 di Papa FRANCESCO
«Spes non confundit», «la speranza non delude» (Rm 5,5). Nel segno della speranza l’apostolo Paolo infonde coraggio alla comunità cristiana di Roma. La speranza è anche il messaggio centrale del prossimo Giubileo
Segni di Speranza
Il primo segno di speranza si traduca in pace  per il mondo, che ancora una volta si trova immerso nella tragedia della guerra. Immemore dei drammi del passato, l’umanità è sottoposta a una nuova e difficile prova che vede tante popolazioni oppresse dalla brutalità della violenza.
Guardare al futuro con speranza equivale anche ad avere una visione della vita carica di entusiasmo da trasmettere. Purtroppo, dobbiamo constatare con tristezza che in tante situazioni tale prospettiva viene a mancare. La prima conseguenza è la perdita del desiderio di trasmettere la vita.
Nell’Anno giubilare saremo chiamati ad essere segni tangibili di speranza per tanti fratelli e sorelle che vivono in condizioni di disagio. Penso ai detenuti che, privi della libertà, sperimentano ogni giorno, oltre alla durezza della reclusione, il vuoto affettivo, le restrizioni imposte e, in non pochi casi, la mancanza di rispetto.
Segni di speranza andranno offerti agli ammalati, che si trovano a casa o in ospedale. Le loro sofferenze possano trovare sollievo nella vicinanza di persone che li visitano e nell’affetto che ricevono
Di segni di speranza hanno bisogno anche coloro che in sé stessi la rappresentano: i giovani. Essi, purtroppo, vedono spesso crollare i loro sogni. Non possiamo deluderli: sul loro entusiasmo si fonda l’avvenire.
Non potranno mancare segni di speranza nei riguardi dei migranti, che abbandonano la loro terra alla ricerca di una vita migliore per sé stessi e per le loro famiglie.
Segni di speranza meritano gli anziani, che spesso sperimentano solitudine e senso di abbandono. Valorizzare il tesoro che sono, la loro esperienza di vita, la sapienza di cui sono portatori e il contributo che sono in grado di offrire, è un impegno per la comunità cristiana e per la società civile, chiamate a lavorare insieme per l’alleanza tra le generazioni.
Speranza invoco in modo accorato per i miliardi di poveri, che spesso mancano del necessario per vivere. Di fronte al susseguirsi di sempre nuove ondate di impoverimento, c’è il rischio di abituarsi e rassegnarsi.
Invito tutta la comunità a vivere l’adorazione eucaristica silenziosa dell’ULTIMA domenica del mese (al Santo dalle 16.30 alle 18.00)
… le hai rivelate ai picco
Marco Amato Bettiol è un ragazzo di Dueville, nato al cielo il 15 ottobre 2010 all’età di 18 anni.
È il figlio primogenito di Patrizia e Francesco e tutta la sua vita è stata segnata da una grave disabilità che gli ha impedito qualsiasi autonomia. Da solo non è stato in grado di camminare, di mangiare e non ha mai potuto parlare, ma all’età di 8 anni, grazie a una tecnica di comunicazione che si avvale del computer, Marco è riuscito a esprimersi ed è così che tutte le parole di un’esistenza sono rimaste custodite per arrivare fino a noi.
Chiamato a confrontarsi quotidianamente con il dolore, Marco Amato ha sviluppato una straordinaria sensibilità, un’intelligenza viva e brillante, che lo porterà a frequentare con successo il liceo classico, ma soprattutto un cuore grande, dal quale si intravede uno specialissimo rapporto con Dio Padre, con il figlio Gesù e con lo Spirito Santo.
 
Un dialogo ininterrotto con la Santissima Trinità che lo ha reso una miniera spirituale, uno scrigno prezioso, luce da cui tutti possono attingere per rischiarare il proprio cammino, perché è questo il suo grande desiderio: “dar luce ai cuori in ombra perché non conoscono il meraviglioso segreto di Dio Amore”.
Compagni di viaggio
Carissima mamma, raffinato fiore del mio giardino, luce e gioia del mio sguardo. È il primo anno che posso parlarti dopo otto di silenzio e ti dico che il mio cuore è gonfio d'amore per te.
 Coglieremo insieme i frutti che la vita ci darà, dolci o amari. Con tanto amore. Marco
Poesia scritta in occasione della Festa della mamma 2001
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Aggiornato il 1 gennaio 2025
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